Carrello italiani

Pre e post lockdown: come cambia il carrello della spesa degli italiani?

L’emergenza sanitaria ha cambiato le abitudini di acquisto modificando il carrello della spesa sia nella sua composizione sia nei volumi di acquisto.

Prima del lockdown il carrello degli italiani era tricolore: aumentavano dell’8,6% gli acquisti che riportavano in etichetta il claim “100% italiano” rispetto all’anno precedente. Forte attenzione anche alle tematiche del wellness e del green come prodotti biologici e pack sostenibili.

Con l’inizio del 2020, in piena emergenza sanitaria le abitudini di consumo e acquisto si sono modificate favorendo il “fatto in casa”, le confezioni multiple, i surgelati e i prodotti a lunga conservazione.
La spesa “bunker”, come riportato da una recentissima indagine, ha fatto schizzare le vendite di verdure (+65%), pasta (+53%), riso (+48%), olio (+35%) e di beni solitamente poco acquistati in condizioni di normalità come conserve di carne (62%) e minestre liofilizzate (37%).

 

Ritorno alla routine: come cambieranno i consumi post lockdown

Il 36% degli italiani dichiara che terminato il lockdown ridurrà l’acquisto di ingredienti come farina e lievito ma continuerà ad acquistare confezioni multipack, prodotti pronti e Made in Italy. L’80% degli italiani reputa infatti fondamentale incrementare l’acquisto di prodotti del nostro Paese per sostenere l’economia anche superata l’emergenza sanitaria.
Diminuita la preoccupazione, prodotti come pasta, riso, zucchero, latte e biscotti, inizieranno a diminuire in favore di un ritorno graduale allo stile precedente. Una crescita, quella dello zucchero e dei biscotti, dovuta ad acquisti “forzati” per passare del tempo in casa e sentirsi pasticcieri una volta nella vita. Consumi che non hanno diminuito il trend healthy che, post lockdown, prevediamo possa tornare più forte che mai.
Per concludere, qualche dato relativo ai luoghi e le modalità di acquisto. I consumatori che hanno scelto i negozi di prossimità sono passati dal 40% al 54% durante il lockdown, anche se a emergenza terminata dichiarano che torneranno a frequentare, come rilevato dall’Osservatorio Nomisma, i negozi di sempre come supermercati e ipermercati. E per le modalità di consumo? Si potrebbe riflettere sui servizi e app dedicate all’home delivery che già prima del lockdown registravano un costante incremento delle vendite grazie a una copertura capillare sul territorio: il 93% delle città italiane con oltre 50 mila abitanti è attualmente coperta dai servizi a domicilio (74% nel 2017). La varietà d’offerta del servizio, legata alle diverse esigenze di ogni componente della famiglia rende il servizio “su misura” e sempre più essenziale oggi e nel prossimo futuro se consideriamo esigenze della salute, diete o intolleranze di ogni persona.

 

Sprim, forte della sua esperienza nel food marketing, lavora da sempre con aziende del settore alimentare e con le principali insegne della GDO. Vorremmo conoscerti per studiare insieme la migliore strategia di comunicazione e posizionamento del tuo brand e/o dei tuoi prodotti post lockdown. Contattaci.

 

 


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Sound storytelling: l’opportunità dei podcast per le aziende pharma e non solo

Con una crescita del +217% negli ultimi tre anni, il costante utilizzo dei podcast da parte degli italiani sta indirizzando le aziende a valutare l’incremento di contenuti audio per attrarre e intercettare nuovi utenti.

Analizzando le modalità di consumo e i tempi di fruizione degli ascoltatori di podcast, gli italiani rimangono connessi oltre quattro ore al giorno in sessioni della durata media di 19 minuti di cui: il 45% ascolta programmi musicali, il 36% notizie e il 28% altre forme di intrattenimento. I principali driver di ascolto sono la necessità di tenersi informati sull’attualità (27%) e di scoprire nuovi contenuti (18%). I podcast risultano uno strumento versatile e facilmente fruibile in più momenti della giornata: il 66% li ascolta in casa, il 28% in macchina e il 18% sui mezzi pubblici. Inoltre, i consumatori avendo la possibilità di scaricare e ascoltare offline i podcast che preferiscono, riescono a pianificare gli ascolti, collezionarli e archiviarli utilizzando il servizio comodamente anche fuori casa. È indubbio che la facilità di fruizione dei podcast si presti allo stile di vita frenetico in cui viviamo, senza dimenticare l’importanza per le aziende che hanno così la possibilità di intercettare gli utenti in più momenti della giornata.

Il podcast per le aziende farmaceutiche

Contrariamente a quanto si possa pensare, i podcast non sono utilizzati solo per veicolare contenuti ludici o di intrattenimento ma possono rivelarsi una valida opportunità per aziende come quelle farmaceutiche, da sempre in prima linea nel promuovere la salute. I contenuti audio possono, infatti, “fare informazione” sul medico attraverso un “nuovo” canale molto pratico e comodo ma anche “fare cultura” e trasmettere contenuti verticali con format e argomenti differenti: pillole di prevenzione, interviste a leader pionieri del cambiamento, audio-documentari scientifici, approfondimenti su nuove patologie e terapie o persino contenuti piscologici come “la grande incertezza”, il podcast di Angelini per affrontare le problematiche psicologiche da quarantena. Il podcast sembra avere due componenti che lo rendono specifico per le strategie di comunicazione pharma: è adatto a contenuti scientifici di approfondimento, che verrebbero “switchati” in social come Instagram alla stessa velocità di una stories sponsorizzata e utilizza il parlato, una comunicazione sempre più “appealing” per tutte le fasce d’età, dall’incremento dell’utilizzo dei messaggi vocali su WhatsApp al “boom” di acquisti come Amazon Alexa, Google Home o Apple HomePod.
Sulla potenzialità dei podcast si è espresso il presidente di iHearthMedia, azienda con oltre 850 stazioni radio negli States, affermando “questo è un mezzo perfetto per creare un’atmosfera di fiducia dove le persone cercano risposte che siano durature”.

Ideazione, sviluppo e distribuzione: cosa rende un podcast efficace e distintivo?

Prima di registrare un podcast serve sviluppare una progettualità di comunicazione che parte dall’idea creativa, passa per la creazione dei messaggi e finisce con la promozione e distribuzione del podcast attraverso l’attivazione di un processo strategico antecedente alla “messa in onda”. Quali sono i punti chiavi per creare un podcast di successo?

- selezionare il target a livello sociodemografico, di geolocalizzazione e di interessi: la possibilità di conoscere meglio il target può giocare a favore delle aziende per impostare altre attività di comunicazione e migliorarne l’efficacia.

- sviluppare contenuti e output di valore, in grado di rispondere alle esigenze del target, e che parlino la sua lingua.

- lanciare campagne di advertising ben strutturate in termini di brand awareness e memorabilità per promuovere il podcast scegliendo le piattaforme (es. Itunes, Spotify…) che ben si integrano nel target journey.

Sprim da oltre 15 anni promuove soluzioni innovative nell’Health Care marketing e, grazie a un team multidisciplinare di esperti negli ambiti della scienza e della comunicazione, può supportarti nella conquista di nuove frontiere della comunicazione e dell’informazione scientifica.

Contattaci per approfondire questa opportunità insieme!


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Brand extension: nuovi canali specializzati per posizionare prodotti healthy

Il successo dei prodotti “salutistici” e del concetto di prevenzione a tavola spinge le aziende ad allargare le proprie gamme. Si moltiplicano le linee di prodotto con ingredienti “benefici” (semi, pappa reale…), fino a diventare “complemento alimentare” vero e proprio. Si sconfina così nel mondo dell’integrazione, se non addirittura si cercano e approcciano nuovi canali di vendita specializzati.

La ricerca sempre più accurata di cibi salutari da parte degli italiani è diventata un must imprescindibile e le aziende dell’industria alimentare hanno “drizzato le orecchie” fiutando l’importanza di offrire ai consumatori prodotti in grado di raggiungere i cosiddetti “obiettivi di benessere”. In questo vario contesto il mercato del food sta cambiando rapidamente, andando verso una rivoluzione healthy (leggi il nostro articolo dedicato), cercando di adattarsi a ciò che chiede a gran voce il consumatore. E se quest’ultimo chiede “salutismo”, ecco che tutti i player si affrettano a farsi portavoce di questo universo.

L’aumento considerevole di aziende del comparto alimentare, che hanno destinato parte dei loro investimenti all’estensione e/o sviluppo di linee salutari, ha portato da un lato un “effetto benefico” come l’incremento del “carrello salutare” dei consumatori, dall’altro, invece, una saturazione dell’offerta all’interno della GDO non più differenziante tra brand.

 

Alla ricerca di canali differenzianti: vendere prodotti alimentari in farmacia

La ricerca di canali specializzati ha portato brand e aziende a prendere in considerazione il luogo della salute “per eccellenza”, la farmacia, per posizionare i propri prodotti alimentari. Lo scaffale della “farmacia alimentare” comprende molte categorie di prodotto, normate dal Ministero della Salute, come gli alimenti dietetici, di prevenzione alle patologie o più in generale per approcci salutistici. Che siano integratori, alimenti per bambini, cibi senza glutine, sali iposodici, prodotti per diabetici o per sportivi, presidiare il canale farmacia credibilizza brand e prodotti ed eleva il percepito nei consumatori.

Sprim, forte della sua specializzazione nel mondo della salute e dell’alimentazione, combina il suo background per aiutare, attraverso coerenti strategie di posizionamento, distribuzione e comunicazione i brand dell’industria alimentare che desiderano promuovere un approccio orientato al benessere entrando nel canale specializzato. Come?

Analizziamo il potenziale commerciale e di marketing del prodotto mediante uno studio del mercato e dei competitor.

Studiamo la migliore strategia posizionamento nel canale farmacia partendo dalla formulazione di prodotto: revisione del pack, dei messaggi di valorizzazione e del prezzo di vendita.

Valorizziamo il prodotto attraverso attività di promozione e comunicazione multi-target con l’obiettivo di aumentare sell-out e brand awareness.

Distribuiamo e commercializziamo i brand nel canale farmacia su tutto il territorio nazionale.

La differenziazione è la chiave del successo. Contattaci per studiare insieme la migliore strategia di accesso al canale specializzato.


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Audit da remoto: solo in caso di necessità o un nuovo approccio alle ispezioni?

Le aziende devono essere in grado di affrontare l’interruzione di processi sistematici di controllo in modo agile e applicabile. Ma come far fronte a pandemie (non a caso), scioperi o eventi naturali rendendo efficaci i controlli ispettivi da remoto? Questo punto di attenzione, già preso in considerazione prima del lockdown, subisce un’accelerata a causa della crisi indotta da Covid-19 ricercando con più rapidità sistemi integrativi differenti ma altrettanto validi rispetto agli audit in presenza.

L’utilizzo della tecnologia e delle tecniche di audit da remoto, riportate nell’ultima versione ISO 19011: 2018, sono contemplate per far fronte a situazioni, come per il lockdown, in cui non è stato possibile spostarsi liberamente sul territorio. Spesso però, queste tecniche digitali vengono accantonate ripristinando la normalità dei processi non appena termina il periodo di impossibilità di spostamento senza sfruttarle per efficientare i processi di lavoro una volta per tutte. Non vogliamo di certo incentivare il solo utilizzo di piattaforme digitali a discapito della presenza fisica ma le due realtà potrebbero vivere insieme per migliorare il lavoro di tutti gli attori della filiera del controllo qualità. Vediamo di seguito quali sono i vantaggi che la tecnologia con audit da remoto può offrire.

 

I vantaggi dell’audit da remoto

Proviamo a distaccarci dalla teoria con qualche esempio pratico. Sono molteplici i canali attivabili da remoto per raccogliere le prove di audit richieste, non solo in condizioni di interruzione forzate ma come vera e propria modalità alternativa.

Risparmio di tempo: potrai effettuare controlli documentali direttamente da remoto ottimizzando il tempo a disposizione, tuo e dei tuoi collaboratori. Potrai condividere in “real time” lo schermo a uno o più partecipanti per revisionare documenti senza spostamenti.

Aumento dell’efficienza: potrai riunire in videoconferenza gruppi di Audit, solitamente difficili da riunire in breve tempo nella quotidianità, al fine di svolgere più lavori nell’arco della giornata ed efficientare i processi di realizzazione.

Migliore archiviazione e monitoraggio dei documenti: potrai conservare tutti i documenti in un’unica repository in cloud e avere sempre sotto controllo l’intero processo di revisione e approvazione consultando la piattaforma dedicata.

 

Controllo qualità e auditing: quali prospettive future?

I vantaggi di un controllo qualità da remoto hanno già consentito a molte aziende di non interrompere i processi di auditing in un momento storico di emergenza sanitaria come quello attuale.

Way:Q, la Quality & Regulatory Agency di Sprim, da sempre al fianco dell’industria alimentare, è sempre alla ricerca di nuove soluzioni per implementare approcci e metodologie utili a cambiare stili di vita ed efficientare i processi di auditing con soluzioni innovative. Il prossimo step a cui il team di Way:Q sta lavorando è l’audit immersivo: ispezionare stabilimenti da remoto attraverso la realtà virtuale. L’operatore vivrà lo stabilimento in modalità immersiva per condurre ispezioni come se fosse in presenza. L’audit immersivo non si limiterà a proiettare lo stabilimento nel mondo virtuale, ma offrirà all’operatore la possibilità di interagire e condurre l’ispezioni in modo attivo.

Se vuoi conoscerci meglio puoi dare un occhio alla pagina di gestione del controllo qualità di Way:Q e scriverci se desideri ottimizzare e migliorare i tuoi processi di auditing.


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Informazione medico-scientifica: omnichannel skills

L’informazione medico-scientifica in presenza è ancora oggi uno strumento fondamentale per fornire aggiornamenti puntuali e tempestivi alla classe medica.

Nella situazione attuale, appare chiaro che la crisi indotta dal Covid-19 possa modificare i nostri comportamenti di aggregazione e relazione a favore di tecnologie digitali e lavoro agile. Questo naturalmente influenzerà anche la relazione medico-informatore scientifico, medico-paziente e porterà dei cambiamenti anche sulle modalità con cui verrà gestita la comunicazione scientifica.

 

La figura dell’informatore scientifico, abituata ad andare negli studi medici e generare relazione e fiducia tramite il contatto face to face, dovrà adattarsi a questa nuova situazione e acquisire soft skills adeguati all’utilizzo di nuovi strumenti e canali per creare nuove occasioni di confronto e dialogo.

Sprim si mette a fianco della field force delle aziende con cui collabora per fornire loro gli strumenti per comprendere e sperimentare nuovi modi di comunicare, adattandosi al mondo che è in continua evoluzione.

Sprim propone un percorso formativo completo, partendo da una prima fase di preparazione e definizione degli argomenti in funzione delle necessità, dei bisogni e degli obiettivi da raggiungere, una fase di workshop con sezioni formative, strumenti, tips&tricks, eventuale role-play e presenza di uno Special Guest che possa rendere la formazione più interattiva e coinvolgente; ed infine una fase di follow up e feedback sulle competenze acquisite.

Sprim che ha un team altamente qualificato e motivato per svolgere informazione scientifica da remoto e che lavora da anni a campagne omnichannel per lo specialista, mette in campo la propria competenza per condurre le aziende verso quello che si preannuncia come un cambio di paradigma verso la comunicazione al medico.

Contact journey: responsive CRM

Una campagna omnichannel ad alto valore aggiunto non può prescindere da un CRM responsivo, non più orientato esclusivamente all’archiviazione e gestione del contatto, ma sempre più specializzato nell’integrazione dei processi di marketing nel journey del contatto da attivare.

In tal senso, Sprim possiede un medical CRM - con più di 200 mila Professionisti della salute - che clusterizza automaticamente i contatti non solo per specializzazione ma basandosi sulla responsività a canali e messaggi. Conosciamo i contatti e sappiamo come vogliono essere raggiunti e per quali tematiche: possiamo parlare di Professional Marketing di precisione, un nuovo modello che vede al centro la personalizzazione dell’informazione.

Vuoi saperne di più? Scrivici per fissare una call o un meeting conoscitivo.


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Il professional marketing vive un momento decisivo

Il Professional Marketing sta cambiando: si trasformano la figura del medico e lo scenario informativo e lavorativo in cui è coinvolto, e così anche le aziende healthcare, pharma & consumer healthcare e di medical device hanno la necessità di studiare e rafforzare nuovi modi per comunicare con la classe medica. L’era del multichannel sta lasciando il posto a quella dell'omnichannel: un approccio in cui medico e azienda sono in dialogo costante, grazie a canali e strumenti personalizzati e integrati.

 

Oggi ne parliamo con Laura Primavesi, Key Account Manager Pharma di SPRIM .

 

  1. Ciao Laura, quali pensi che siano le conseguenze del passaggio da multichannel a omnichannel nella comunicazione con il Professionista della Salute?

L’omnichannel ha un effetto dirompente sia sulle Health Industry sia sul Professionista della salute (medico e para medico) stesso, che può essere MMG, medico specialista, infermiere, nutrizionista, ostetrica e farmacista, senza dimenticare il concetto di spazio, un’integrazione tra attività sul territorio, ospedaliere e digital con la medicina, letteralmente esplosa in questa emergenza sanitaria.
L’azienda pharma raccoglie gli innegabili vantaggi in termini di relazione e memorabilità derivanti da una comunicazione integrata e personalizzata, che dedica al medico canali e momenti in base alle sue preferenze e attitudini. Il messaggio va “a segno” senza perdersi ed è più riconoscibile. L’identità del brand è rafforzata grazie alla sinergia tra mezzi di comunicazione differenti, online e offline, come remote detailing, informazione medico-scientifica on field, direct e-mail marketing, congressi, piattaforme di condivisione tra i pari etc: i canali si parlano e non sono isolati. Al congresso, o in generale in presenza, si chiede al medico di partecipare a una survey, di iscriversi a una newsletter che veicola contenuti “tailor made”, lo si invita ad un webinar, gli si propone del materiale per la sala d’attesa. Il digital, remote detailing e newsletter, si preoccupa di indagare le preferenze dell’HCP e gli unmeet needs, per soddisfarli anche attraverso una visita dell’informatore o dell’agente di riferimento.

Il Professionista della salute ha un vantaggio: riceve informazioni utili, che soddisfano i suoi bisogni, attraverso il mezzo e l’occasione a lui più congeniali. La user experience è facilitata, la brand identity è definita da un’uniformità di concept, contenuti, linguaggio e grafica.

 

  1. Credi che le aziende pharma & CHC siano pronte ad affrontare questa “rivoluzione”?

Le aziende pharma hanno sicuramente più restrizioni rispetto ad altre aziende healthcare e il professional marketing è più sfidante rispetto alle possibilità che offre il mondo consumer. Nonostante questo, le aziende sono pronte: devono esserlo per riuscire a intercettare in modo efficace ed efficiente i target, continuamente sollecitati da innumerevoli input.
Basti pensare alla portata del mercato degli integratori nutrizionali e prodotti dermocosmetici e a quanto sia il medico sia il farmacista siano “bombardati” quotidianamente da messaggi, brand e prodotti.  Per “arrivare”, è necessario fornire un “full service”, che supporti i Professionisti della salute nel loro lavoro, risponda alle loro esigenze, si distingua da tutti gli altri e sia integrato in modo da permettere al destinatario finale la scelta del canale prediletto.

 

  1. Se parliamo di professional marketing, per quanto cambino gli strumenti è sempre il contenuto l’elemento decisivo: in che modo l’omnichannel marketing sta cambiando la produzione dei contenuti e con quali effetti sui risultati?

Come anticipavo prima, l’omnichannel permette la sinergia di mezzi online e offline, ma tali mezzi devono comunicare qualcosa: il messaggio. Ovviamente esistono e resistono anche forme più approfondite e classiche: corsi di formazione, convegni di approfondimento, folder cartacei… dipende molto dall’utente che ci interessa raggiungere e dalle modalità di fruizione opportune. Questo è vero per ogni tipo di comunicazione, ma se prima il messaggio era dettato quasi solo dalle aziende, dai partner e dalla proattività degli informatori scientifici, adesso è possibile costruirlo su misura, attraverso la raccolta di dati che possano far comprendere le reali esigenze dei destinatari. La comunicazione si avvale sempre più spesso di strumenti visivi, interattivi e grafici: l’immediatezza è essenziale. Basti pensare al momento storico in cui ci troviamo. Il lockdown indotto da Covid-19 a livello globale ha modificato probabilmente per sempre la relazione tra aziende e Professionista della salute, introducendo in modo massivo le tecnologie digitali per l’aggiornamento scientifico. Appare chiaro che l’omnicanalità, intesa come integrazione e flessibilità tra canali, è sempre più importante perché cambia il paradigma classico di informazione medica, così come la figura dell’informatore che dovrà padroneggiare perfettamente i mezzi digitali oltre che capirne l’opportunità.

 

 

  1. il tema dell’ottimizzazione degli investimenti resta rilevante: quale pensi che siano le strategie migliori, anche con uno sguardo al futuro, per il miglior costo-opportunità?

Per ottimizzare i costi è necessario analizzare in modo puntuale e preciso le esigenze aziendali: lo stato dell’arte, gli obiettivi strategici da raggiungere e già raggiunti da consolidare o mantenere, le caratteristiche dei brand coinvolti, il mercato nel quale si collocano, la ricettività dei target. Grazie a queste informazioni è possibile stabilire un piano d’azione mirato: l’omnichannel e la raccolta di dati favoriscono questo approccio selettivo. Il budget viene allocato in modo più specifico: può essere necessario attivare tanti canali con piccole attività oppure dedicarsi a un singolo canale/azione in modo più massiccio.

Il concetto finale è uno: rendere ogni esperienza di marketing il più possibile tailor made: sia per l’azienda sia per il Professionista della salute.

 

Laura da circa 8 anni lavora in Sprim in progetti di Professional marketing seguendo l’evoluzione e il perfezionamento del servizio. Vuoi testare il nostro approccio e scoprire qual è l’approccio migliore per il tuo brand e il tuo target, scrivi qui.